Shampoo terapia

Come certamente saprai e avrai avuto modo di testare nella tua attività quotidiana, ICF da oltre 30 anni ha creduto nell’importanza dei prodotti topici, presentando un’ampia gamma di formulazioni di shampoo e soluzioni, da utilizzare a fronte di specifiche esigenze dei cani e dei gatti con alterazioni della barriera cutanea.

Oggi si parla sempre più della shampoo terapia come alternativa più che valida alla terapia antibiotica, grazie anche ad articoli come quello pubblicato sul Veterinary Dermatology Journal (Effectiveness of a combined (4% chlorhexidinedigluconate shampoo and solution) protocol in MRSand non-MRS canine superficial pyoderma: arandomized, blinded, antibiotic-controlled study, Borio S., Colombo S., La Rosa G., De Lucia M., Damborg P., Guardabassi L., Vet Dermatol 2015; 26: 339-e72). Da questo articolo si evince che in corso di piodermite superficiale il trattamento topico con shampoo e soluzione con clorexidina al 4% (Clorexyderm Shampoo 4% e Clorexyderm Soluzione 4% ICF) è parimenti efficace ad un trattamento sistemico con Amoxicillina+ Acido Clavulanico.

Proprio per questo abbiamo chiesto a due Colleghe, Chiara Noli, diplomata ECVD (European College of Veterinary Dermatology), attuale presidente del comitato scientifico dell’ESVD (European Society of Veterinary Dermatology), autrice di numerosi articoli su riviste nazionali ed internazionali e di testi scientifici e Irina Matricoti, Resident ECVD, di preparare un testo specifico dedicato a questo tema, ricco di informazioni, bibliografia e spunti che, siamo certi, incontreranno il tuo interesse.

Buona lettura!

 

SHAMPOO TERAPIA

Irina Matricoti, DVM, ResECVD e Chiara Noli, DVM, DipECVD

Introduzione

Le terapie basate sull’uso di shampoo hanno assunto un’estrema importanza in medicina veterinaria nel corso degli ultimi dieci anni. Gli shampoo vengono utilizzati non solo per scopi cosmetici, ma anche come strumenti terapeutici in molte condizioni dermatologiche, come infezioni batteriche o fungine, allergie, anomalie di cheratinizzazione o altri problemi di desquamazione. Sono oggi disponibili sul mercato in svariate formulazioni e la scelta del trattamento dipenderà dalle condizioni patologiche, dall’effetto desiderato e dall’obiettivo della terapia.

Come regola generale, gli shampoo dovrebbero rimanere a contatto con la cute per almeno 10 minuti prima di essere rimossi. Il tempo di contatto permette al principio attivo di compiere la sua azione e all’acqua di reidratare lo stratum corneum. La maggior parte degli shampoo solitamente riportano sull’etichetta il minimo tempo di contatto richiesto per quello specifico prodotto.

La frequenza del trattamento dipende dal tipo di shampoo utilizzato e dal tipo di patologia che il clinico sta trattando. In caso di infezioni cutanee, l’applicazione due volte a settimane è quella che consente il miglior compromesso tra la compliance del proprietario e l’efficacia dello shampoo. Un’applicazione più frequente o l’associazione di soluzioni disinfettanti quotidiane è consigliabile nel caso in cui la terapia topica è utilizzata come unico trattamento della piodermite superficiale. In caso di disordini cherato-seborroici, la frequenza di applicazione è variabile e dovrebbe essere modificata a seconda dei risultati e della gravità della patologia.

Nelle formulazioni degli shampoo sono presenti tensioattivi (agenti lavanti, schiumogeni e condizionanti) e altri agenti, come ammorbidenti, conservanti e agenti “sgrassanti”. I tensioattivi sono molecole con una coda lipidica e una testa idrofila. In acqua posso formare delle strutture micellari che intrappolano le scorie e residui lipidici facilitandone l’eliminazione. Gli shampoo veterinari sono formulati con differenti combinazioni di tensioattivi allo scopo di associare buone proprietà detergenti e tolleranza topica. La cute di cani e gatti, infatti, è più sensibile di quella umana a trattamenti topici perché ha uno stratum corneum più sottile, un pH della pelle più alcalino e maggiore densità follicolare, che può facilitare la penetrazione di agenti attivi attraverso la pelle.

A seconda della loro funzione, gli shampoo sono classificati come: antibatterici, antimicotici, antiprurito/antinfiammatori, emollienti/detergenti, antiparassitari e anti-seborroici. Alcuni agenti, comunque, hanno molteplici effetti. Per esempio, il perossido di benzoile è sia antibatterico che antiseborroico, la clorexidina è attiva contro batteri e lieviti; gli shampoo emollienti e detergenti hanno una debole azione anti-prurito e sono utilizzati per lo più in caso di patologie allergiche. Vengono ripresi qui di seguito solo gli agenti usati con più frequenza in dermatologia veterinaria.

Shampoo antibatterici

Lo shampoo antibatterico è usato per lo più in caso di piodermite cutanea. Può essere usato come supporto o anche in una terapia per follicoliti superficiali, dermatiti umide acute, piodermiti delle pieghe cutanee o impetigine. In caso di piodermiti profonde, si consiglia di utilizzarli insieme ad un trattamento antibiotico selezionato sulla base del test di sensibilità. Negli ultimi decenni i ricercatori hanno prestato grande attenzione alla funzione antibatterica di alcuni agenti a causa del drammatico aumento di infezioni da stafilococco meticillino-resistenti. Fortunatamente oggi gli shampoo antibatterici rappresentano un efficace approccio terapeutico alternativo in casi di piodermiti superficiali, specialmente nei casi in cui gli antibiotici sistemici sono inefficaci o potenzialmente tossici. Lo shampoo antibatterico contiene antisettici come perossido di benzoile, fitosfingosina, lattato di etile, glicoproteine, peptidi antimicrobici e clorexidina. Quest’ultimo è uno degli agenti usati più frequentemente nella pratica clinica, sia per la sua efficacia sia per la generale mancanza di effetti collaterali legati al suo utilizzo.

La clorexidina ha attività battericida contro Gram-positivi e Gram-negativi. La clorexidina distrugge le membrane delle cellule batteriche inducendo la fuoriuscita dei batteri. È comunemente usata in dermatologia veterinaria nella concentrazione tra il 2 e il 4%. Da uno studio in vitro sembra che una maggiore concentrazione (3-4%) abbia una attività battericida più rapida che in più alte diluizioni (Lloyd 1999). Nei trial clinici, comunque, si registra che entrambe le formulazioni hanno uguale efficacia contro Staphilococcus pseudointermedius, la causa principale di piodermiti nei cani (Murayama 2010, Loeffler 2011). Nella pratica gli shampoo a base di clorexidina sono comunemente utilizzati in ogni caso di piodermite. In aggiunta, uno shampoo con clorexidina al 4% ha dimostrato di essere efficace come unica terapia in caso di piodermiti superficiali da staphilococco methicillino-resistenti (MRSP) quando usato due volte a settimana in associazione a una applicazione quotidiana di una soluzione con clorexidina al 4% (Borio 2015). Ciò evidenzia l’importanza della terapia topica per ridurre l’uso di antibiotici sistemici, offre una terapia alternativa in caso di MRSP e sostiene le attuali raccomandazioni di fare uso di antisettici come sola terapia in caso di infezioni cutanee superficiali.

Peptidi antimicrobici (AMP) quelli naturali sono un ampio gruppo di proteine secrete dalla pelle dei vertebrati, con un’azione protettiva contro microorganismi. Hanno il ruolo di riconoscere e attaccare virus, batteri e funghi. In caso di batteri, i peptidi aderiscono alla superficie e formano dei pori nella membrana cellulare, portando alla lisi del microrganismo. Hanno anche un ruolo importante nell’immunità, perché favoriscono la selezione e l’accumulo di svariate cellule immuni della pelle. Oltre all’attività battericida, gli AMP inibiscono la comparsa di resistenza. Infatti i batteri, per diventare resistenti agli AMP, devono cambiare la loro struttura basica e queste mutazioni condurrebbero alla loro morte. Di recente, è stato lanciato sul mercato un nuovo shampoo contenente peptidi antimicrobici di sintesi. Il prodotto ha mostrato una rapida e completa attività antimicrobica contro un panel di ceppi batterici e fungini coinvolti nelle infezioni cutanee canine. È sicuramente un prodotto molto promettente nella pratica clinica, capace di contribuire alla riduzione dell’uso di antibiotici sistemici (Ghibaudo 2016).

Perossido di benzoile è un agente antibatterico che ha anche proprietà antiseborroiche dovute al suo effetto cheratinolitico e cheratinoplastico. Viene metabolizzato dalla pelle sotto forma di acido benzoico e ossigeno. L’acido benzoico inibisce la proliferazione epidermica e la produzione di sebo (effetto cheratolitico), mentre i radicali ossigeno causano l’ossidazione dei batteri (Lloyd 1984; Young 2012). È comunemente usato nella concentrazione al 2.5%, anche se potrebbe essere irritante, specialmente se in più alte concentrazioni. Non dovrebbe essere utilizzato sui gatti. Il perossido di benzoile ha anche attività fortemente sgrassante attraverso l’inibizione dell’attività delle ghiandole sebacee, specialmente in concentrazione superiori al 5%. Potrebbe verificarsi un’eccessiva secchezza della cute e potrebbe essere richiesto l’uso di un balsamo idratante dopo ogni bagno. I cani dal pelo scuro tendono a “scolorire”, specialmente i cani neri possono acquisire un colore rosso/marrone. Per queste ragioni, il suo utilizzo principale è quello in caso di malattie seborroiche, particolarmente in casi in cui la cute è grassa o se l’animale ha tappi (cilindri) follicolari, cast follicolare (difetto di cheratinizzazione follicolare), o comedòni.

Lattato di etile è metabolizzato in etanolo e acido lattico dalla lipasi batterica nei follicoli piliferi e nelle ghiandole sebacee. L’etanolo solubilizza i lipidi e l’acido lattico riduce il pH della cute, con conseguente effetto battericida. Sembra efficace, comunque, solo ad altre concentrazioni (superiori al 10%) (Young 2012) e ci sono ancora delle controversie relative alla sua raccomandazione nella pratica clinica (Muller 2012).

Shampoo anti-seborroici

Lo shampoo anti-seborroico è utilizzato per gestire differenti disordini seborroici e alterazioni di cheratinizzazione. Contengono generalmente molteplici agenti con effetto cheratoplastico e/o cheratolitico. Gli agenti cheratolitici rimuovono l’eccessiva desquamazione riducendo la coesione tra corneociti e ammorbidendo lo stratum corneum. Gli agenti cheratoplastici agiscono sulle cellule basali dell’epidermide, “normalizzando” il turnover cutaneo e il processo di cheratinizzazione. Gli agenti usati più comunemente sono solfuro, acido salicilico, perossido di benzoile, solfuro di selenio e glicole propilenico.

Shampoo a base di acido salicilico e di zolfo sono usati efficacemente in molti disordini seborroici, quali seborrea secca, adenite sebacea, ittiosi, dermatosi del margine auricolare e piodermite superficiale con esfoliazione secca. L’acido salicilico e lo zolfo hanno entrambi attività cheratoplastica e cheratolitica, così come antiprurito e batteriostatica. L’azione cheratolitica del primo è dovuto all’abbassamento del pH cutaneo, che comporta l’idratazione della cheratina e la crescita delle cellule dello stratum corneum. Nel caso dello zolfo, l’azione cheratoplastica è mediata dal meccanismo citostatico, mentre le azioni cheratolitica e antisettica sono dovute alla formazione di acido solfidrico e acido pentatonico. L’acido salicilico e di zolfo sono solitamente presenti in proporzioni uguali, generalmente al 2% (Muller 2012; Ghibaudo). Lo shampoo con acido di zolfo/salicilico è l’unico prodotto antiseborroico che può essere tollerato dai gatti e può essere usato efficacemente su pazienti felini con seborrea grassa, acne felina o coda da stallone.

Il solfuro di selenio è un agente cheratoplastico, cheratolitico e sgrassante. L’azione cheratoplastica è mediata dalla riduzione del turnover delle cellule cutanee, mentre l’azione cheratolitica è mediata dal disturbo della formazione di legami idrogeno all’interno dei filamenti di cheratina. Sono stati riportati buoni risultati in caso di seborrea idiopatica primaria nei Cocker Spaniel. Lo shampoo per uso veterinario con solfuro di selenio non è registrato in tutti i Paesi. Una formulazione con solfuro di selenio con 2% clorexidina e 2% miconazolo è registrata in alcuni Paesi ed è indicata per i trattamenti di seborrea oleosa complicata da Malassezia o infezione batterica. Nel trattamento della seborrea secca o dopo il trattamento della seborrea oleosa con agenti sgrassanti, è indicato l’uso di balsamo contenente agenti emollienti o igroscopici.

Glicole propilenico è un agente igroscopico (umettante) con elevato peso molecolare che viene incorporato nello stratum corneum e attira l’acqua. Ha proprietà antisettiche, solvente di lipidi e cheratolitiche e contribuisce alla penetrazione di altri medicinali nella cute. È usato per il suo effetto igroscopico alla concentrazione 20%. Concentrazioni maggiori (fino al 75%) sono utilizzate in caso in cui siano richieste decise proprietà cheratolitiche, per esempio in caso di adenite sebacea.

Shampoo antifungini

Questi prodotti sono consigliati come sola terapia in casi di dermatiti da Malassezia localizzate o lievi. In caso di dermatofitosi il loro uso deve sempre essere considerato come un supporto a terapie sistemiche (Moriello 2004).

Miconazolo sul citocromo P450 degli elementi fungini e inibisce la sintesi di ergosterolo, trigliceridi, fosfolipidi, chitina e enzimi ossidativi e perossidativi. Tutti questi cambiamenti perturbano numerose funzioni della membrana dei lieviti, portando all’accumulo di perossido di idrogeno che uccide le cellule fungine. Il miconazolo è disponibile alla concentrazione 2% combinato con la clorexidina 2% ed è raccomandato in caso di dermatiti da Malassezia, da applicare due volte a settimana per almeno 3 settimane (Bond 1995; Mason 1995). Allo stesso modo, solo la clorexidina al 3% o anche a minori concentrazioni sembra ampiamente efficace contro la Malassezia (Jasmin 2003; Pasquetti 2010). Altre soluzioni a base azolica sono ugualmente consigliate come supporto a terapie sistemiche in caso di dermatofitosi e in questi stessi casi non dovrebbero essere utilizzate come unica terapia.  Lime Sulfur, enilconazolo e miconazolo hanno attività antifungina nel trattamento della dermatofitosi e sono generalmente utilizzati due volte a settimana fino alla negativizzazione della coltura (Moriello 2004).

Shampoo antiprurito e emollientI

Gli shampoo prediletti in caso di pazienti con allergie e prurito sono quelli contenenti sostanze umettanti/emollienti come avena colloidale, glicerina, acidi grassi, lattato di sodio, Epilobio, cocco o altri oli vegetali. Questi prodotti sono formulati per idratare la superficie cutanea, aumentare il contenuto cutaneo di acqua riducendo la perdita di acqua trans-epidermica (TEWL), ristabilire la barriera lipidica e rimuovere gli allergeni dalla pelle (Löflath 2007).

Avena colloidale è utilizzata in diversi shampoo per i suoi effetti anti-infiammatori e antiprurito. Essa rafforza la funzione della barriera cutanea attraverso la sua azione antiossidante.

Epilobio ha attività anti-irritante, anti-infiammatoria e antiossidante. Uno dei componenti bioattivi presenti nell’Epilobio è l’enoteina B, un polifenolo che può modulare direttamente le risposte cellulari. Vari componenti della specie Epilobio sono stati utilizzati in medicina umana per trattare una varietà di malattie, come eczema o rosacea. In dermatologia veterinaria è un componente di uno shampoo che, in un trial clinico, ha dimostrato di essere efficace nella riduzione di eczema e prurito in cani con allergia (Ghibaudo).

Shampoo antiparassitari

Gli shampoo antiparassitari sono raramente utilizzati e, a differenza di agenti parassiticidi topici e sistemici, non hanno attività residuale e sono per questo inadeguati per il controllo di lungo periodo di pulci e zecche.

Conclusione

In conclusione, la shampoo terapia in medicina veterinaria ha molteplici applicazioni, specialmente nella riduzione dell’uso sistemico di medicinali antibiotici, antifungini o addirittura anti-prurito. L’uso di shampoo antibatterici deve essere considerato il primo approccio alle piodermiti superficiali allo scopo di razionalizzare l’uso degli antibiotici ed evitare la comparsa di batteri multi-resistenti.  Gli shampoo antiseborroici rappresentano la terapia più apprezzata in caso di alterazioni di cheratinizzazione o dermatosi a scaglie. Infine, lo shampoo deve essere sempre considerato parte di un approccio multimodale al paziente allergico, allo scopo di alleviare il prurito e ristabilire la barriera cutanea danneggiata. Il protocollo di trattamento deve essere disegnato individualmente per ogni paziente, a seconda degli agenti attivi, della risposta dell’animale e della compliance del proprietario.

 

Bibliografia

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